Commentando…Due riflessioni
Colletta e povertà. Scuola e libertà
La prima riflessione parte dal pensiero dell’apostolo Paolo, che ascoltiamo proprio in questa domenica. Egli organizza una colletta attraverso tutte le comunità cristiane del suo tempo per portare aiuto alle comunità cristiane di Gerusalemme e dintorni che vivono una situazione di grave indigenza a causa della carestia provocata da una prolungata siccità in quella regione e che ha compromesso a lungo i raccolti. Da autentico cristiano, Paolo fa riferimento all’esempio di Gesù Cristo che “da ricco che era si fece povero… perché voi diventaste ricchi…”, affermando subito che donare comporta certamente diventare un po’ meno ricchi, ma che “non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza”. Proviamo a ragionare “da cristiani” di fronte alla situazione di forte squilibrio anche tra di noi tra retribuzioni, pensioni, vitalizi, imposizioni fiscali, situazioni di immigrati, famiglie in difficoltà. Le vediamo o no le disparità e le povertà e le reali indigenze? Cosa significa per noi oggi: “non si tratta di mettere in difficoltà… ma che vi sia uguaglianza”? Un bell’esame di coscienza almeno per chi si dice e o si ritiene cristiano, nessuno escluso, dal Papa in giù.
Penso alle parola che abbiamo inventato per autogiustificarci: con la parola ‘buonismo’ vorremmo squalificare o addirittura condannare coloro che cercano, secondo le loro povere possibilità, di andare incontro a chi sta peggio! Con le parole poi “diritti acquisiti” ci sentiamo a posto nell’esigere e difendere grandi differenze di paghe, compensi, vitalizi di molti rispetto ai moltissimi poveri e talvolta miseri salari dei più, addirittura di fronte al niente di tantissimi altri e per di più giovani. E così tutto va bene, tutto è a posto e la coscienza pure. Non sarà forse il caso di ritornare a parlare di coscienza e di educazione delle coscienze, anche se sembra un elemento non più alla moda. Pongo anche agli amici islamici l’interrogativo: perché la culla dell’Islam ricca di montagne di dollari, di petrodollari, di ricchezza sfacciata e disumana, non va incontro ai moltissimi, troppi, fedeli islamici che vagano per il mondo in cerca di vita umana e dignitosa?
La seconda riflessione riguarda il problema oggi dibattuto della scuola italiana. Dal dibattito sembra che il problema sia la regolarizzazione di posti di lavoro dei precari. Ma non sarà principale il problema del volto e della qualità della scuola italiana? Non sarebbe ora che si prendesse davvero in mano la questione, con nuovi orizzonti e fuori dalle vecchie ideologie stataliste, rimaste solo in Grecia e in Italia? O facciamo riferimento all’Europa solo per dire che in Italia siamo indietro solo su alcune cose mentre non diciamo che siamo indietro proprio anche nell’organizzazione della scuola ‘libera’, con possibilità di scelta per tutti, sia nell’offerta formativa come nell’utenza, senza essere discriminati perché l’offerta formativa pubblica finanziata è solo nella scuola statale? Ricordo che, parlando di famiglia, la Corte Costituzionale ha sentenziato che i padri costituenti pensavano allora alla famiglia eterosessuale, oggi però è mutato il contesto culturale e si può intendere quindi anche la famiglia omosessuale. E vuoi vedere che non si potrebbe fare un passo in avanti, nel mutato contesto culturale, anche in riferimento alla scuola libera anche in Italia, sia statale che paritaria. La clausola “senza oneri per lo Stato” non può essere intesa come ‘senza una spesa in più per lo Stato’, dato che in effetti la scuola paritaria non rappresenta un onere per lo Stato ma un gran risparmio, che sarebbe ancora più grande se finalmente fosse riconosciuto a tutti lo stesso trattamento, permettendo a tutti di scegliere la propria scuola, senza doversela pagare due volte, e senza discriminare chi non può pagarsela la seconda volta? Le ideologie sono dure a morire!
+ Adriano Tessarollo