COMMENTANDO…
“Credo la comunione dei santi”
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo che l’espressione ‘comunione dei santi’ ha due significati: indica la comunione alle cose sante e la comunione tra le persone sante. Brevemente la comunione alle ‘cose sante’ è la comunione che i credenti in Cristo hanno nella fede comune, nella comune partecipazione ai sacramenti e ai loro frutti o grazia. Il frutto dei sacramenti infatti appartiene a tutti i fedeli che, uniti e incorporati in Cristo per mezzo dei sacramenti, formano un solo corpo. Il Battesimo è la porta per cui si entra nella Chiesa e nell’unione a Cristo. Tutti i sacramenti ci uniscono a Dio e fanno di noi il suo popolo santo. Ma principalmente l’Eucaristia attua una intima, reale e vitale comunione con il Signore e attraverso di Lui una reale comunione soprannaturale tra quanti condividono (lo spezzare il pane) nel pane della comunione la medesima comunione con il Signore. Per quella forza e quella grazia noi formiamo un solo corpo. Credo che abbiamo ancora tanta strada da fare per superare la concezione individuale di tutti i sacramenti, soprattutto nella catechesi dell’iniziazione cristiana. Con l’espressione ‘comunione dei santi’ noi professiamo che non siamo soli individui ma persone tra le quali esiste una comunione di vita per la nostra appartenenza a Cristo. Ma appartengono a Cristo non solo i ‘santi canonizzati’, ma tutti coloro che credono nel Signore Gesù e sono incorporati a Lui nella Chiesa mediante il Battesimo.
I primi cristiani si chiamavano tra di loro “i santi”. Gesù ha pregato perché tutti i suoi discepoli “siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi”(Gv 17,21). C’è poi una reciprocità tra comunione con Dio e comunione fraterna: l’esperienza della comunione fraterna ci conduce alla comunione con Dio e la comunione con Dio ci apre alle comunione fraterna. Una certa privatizzazione della fede impedisce di aiutarci a vivere la comunione con il Signore. La comunione dei santi inoltre va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre. Il cristiano crede che la comunione con le persone che ha incontrato e che gli sono care, e con tutta la Chiesa, continua anche oltre la vita ‘fisica o terrena’, anzi, in un certo senso si intensifica: l’unione spirituale nata nel Battesimo e alimentata dai sacramenti non viene spezzata dalla morte, ma, grazie a Cristo risorto, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna. Ciò non significa soltanto che quando saremo morti continueremo a vivere l’esperienza della comunione, ma già oggi siamo in comunione con i nostri defunti. C’è un legame profondo e indissolubile tra noi pellegrini sulla terra e coloro che hanno varcato la soglia della morte per entrare nell’eternità. Tutti i battezzati quaggiù sulla terra e tutti i beati formano una sola grande Famiglia: essi intercedono per noi e noi innalziamo preghiere per loro. E’ per questa fede che l’apostolo Paolo scrive: “Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: …per sempre saremo con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole” (1Ts 4,13-18).
Buona festa dei Santi e dei defunti.
+ Adriano Tessarollo
Da Nuova Scintilla n.42 – 5 novembre 2017