Tra illusione, realismo o rassegnazione?

vescovo
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Tra illusione, realismo o rassegnazione?

A proposito del GPL mi sembra di vedere proseguire sul posto i lavori. E sento che pure proseguono le iniziative di sensibilizzazione al problema deposito GPL, evidenziandone soprattutto i pericoli o gli svantaggi per la città e la laguna di Chioggia. Dato che pure immagino che nessuno intenda fare per poi disfare, facendosi carico dei costi, cosa che di questi tempi mi pare nessuno desideri, né nel pubblico, che nel privato, mi chiedo cosa stia bollendo in entrambe le pentole. Credo che a questo punto potrebbe essere utile per tutti, dell’una e dell’altra sponda, offrire risposte a degli interrogativi che ho colto, avendo ascoltato in questo tempo tante voci, preoccupazioni, proposte e iniziative. Ecco la serie di domande.

– Nessuno dei ‘non addetti ai lavori’ si è mai posto la domanda sull’attività che da circa due anni, se non vado errato, è stata svolta e ancora continua in quell’area, anche quando entravano e uscivano circa cento camion al giorno? Mi ci metto anch’io, che passando di là ho sempre aspettato di vedere cosa stessero realizzando coloro che sono preposti alla cosa pubblica o demaniale: ASPO, Camera del Commercio e quant’altro?

– Solitamente per ottenere il permesso anche di un abbaino in un tetto (parlo per diretta conoscenza) si richiedono tempi lunghi, presentazioni di disegni e di progetti, e poi manco si ottiene. Immagino quindi che per una cosa così grande ci sarà stata presentazione di progetti, disegni e quant’altro. Quindi ci sarà stato chi ha avviato la pratica, l’ha patrocinata, ne ha ottenuto le debite autorizzazioni dopo avere valutato progetti e disegni. Ma questi allora avrebbero programmato il pericolo pubblico, il danno e la minaccia alla città e alla laguna, con consapevolezza e determinazione o inconsciamente e irresponsabilmente? Questi tali avranno la loro da dire? Perché non interpellarli?

– Mi si dice che ci sono le dovute autorizzazioni delle varie autorità competenti. È da pensare che le abbiano date senza saperne le conseguenze, a cuor leggero, come si dice, o addirittura volutamente, in barba al pericolo cittadino, o per qualche vantaggio personale?

– Il ‘Comitato cittadino’ li ha interpellati e gli è riconosciuta l’autorità di farlo e il diritto di ottenerne le risposte e garanzie richieste?

– La ditta che costruisce e investe, e che so che da 50 anni opera in questo settore, si sarà buttata in questa attività qui a Chioggia, in maniera superficiale o fraudolenta, sapendo come oggi tutto, prima o poi viene alla luce, e sapendo che per rientrare dei suoi investimenti deve poter lavorare non un giorno ma parecchi anni o forse decenni? Qui non mi pare che si tratti di un’opera pubblica dove spesso, finita l’opera e incassati i soldi, chi s’è visto s’è visto! Immagino quindi che avrà operato in accordo con le autorità ministeriali e portuali, magari anche all’interno di un programma di utilizzo del trasporto via acqua, meno inquinante di altro. Ci sarà stata una ragione della collocazione in quel luogo piuttosto che in un altro: solo per lucro o insieme per altre ragioni? Come si giustificano la mole di lavori di preparazione per accoglie i serbatoi? Le autorità preposte alla sicurezza saranno così totalmente incoscienti da esporre al pericolo la popolazione di Chioggia a cuor leggero e addirittura a un serio pericolo l’intero ecosistema della laguna, come letto da qualche titolo in questi giorni? Nessuno ne sa niente e non ha pensato a niente o magari non gli importa proprio niente?

– Infine: dove ci si prefigge di arrivare? Bloccare l’opera? Dare la caccia ai responsabili di questa operazione così pericolosa? Ottenere una informazione sulla sicurezza? Ribadire che la cittadinanza richiede di essere informata su scelte che la riguardano? O altro?

Rivolgo l’augurio che prima delle vie dello scontro si provino anche le vie dell’incontro e confronto limpido, trasparente e onesto con tutti i soggetti interessati e responsabili dell’operazione in corso, cosa che forse permette una migliore valutazione del problema.

+ Adriano Tessarollo 

Da Nuova Scintilla n.34 – 18 settembre 2016