COMMENTANDO…
Cose di “casa nostra”
Ogni forma di vita sociale ha bisogno di tempi e di spazi per incontrarsi, per dialogare, per svolgere azione educativa e talvolta ricreativa. Tanto più se si occupa di ragazzi e di attività associative, celebrative, di preghiera, di riflessione, di formazione e di carità. A questo servono le strutture di ogni chiesa parrocchiale, diocesana, nazionale e universale. Spesso si sentono, specie da parte di chi è meno addentro al mondo ecclesiale, e tanto più se non solo è al di fuori ma gli è anche apertamente contrario, tante critiche per i beni posseduti dalla Chiesa. Non allargo troppo i discorsi, per ora, ma mi concentro sulla nostra Chiesa di Chioggia. Ogni parrocchia ha la propria chiesa con accanto casa canonica (era o è l’abitazione del parroco e di eventuali altri preti); ci possono essere poi pertinenze che servivano o ancora servono come spazio ricreativo o per il servizio di ‘scuola dell’infanzia’; ci può essere poi altro terreno o qualche altro ambiente utilizzato per altro, come fiere o sagre o come deposito di loro materiali (i comitati che utilizzano questi spazi non sempre sono generosi con la parrocchia per il loro uso). Credo che a tutti sia noto cosa richiede la manutenzione e la tenuta a norma di spazi e ambienti di così grandi dimensioni. Si pensi poi alle spese per illuminazione e riscaldamento. Ogni comunità ci tiene ad avere in ordine la propria chiesa e i propri spazi. Molte di queste strutture, specie chiese, sono definite beni artistici e culturali e quindi sono sottoposte a tutti i vincoli di legge, che molto spesso si traducono in costi di conservazione. Non entro in merito alle scuole dell’infanzia parrocchiali, sul sacrificio che richiedono e sulla pregiudiziale (vecchia e ideologica…) che non vuole riconoscere ai bambini che le frequentano e al personale che vi lavora pari dignità dei bambini che frequentano o del personale che lavora nelle scuole comunali o statali.
Ma vengo ora a un problema particolare della nostra Chiesa di Chioggia oggi. Da oltre 50 anni ha messo a disposizione per attività spirituali, catechistiche, formative, associative e talvolta caritative la Casa “Madonna del Divino Amore”, che si trova in località S. Anna di Chioggia, all’inizio del Bosco Nordio. Ora essa è chiusa. Da anni si sono prese in considerazione varie soluzioni, data la vetustà della struttura, la necessità di messa a norma dei vari impianti, l’elevata spesa di funzionamento dovuta all’inefficienza degli impianti stessi. Il dibattito è stato lungo ed è prevalso il parere di conservare questa Casa perché possa tornare ad offrire alla nostra Chiesa la possibilità di continuare a svolgere le stesse attività sul territorio, senza andare troppo lontano, con una minore spesa di gestione, in un ambiente di proporzioni più ridotte e con maggiori possibilità di servizi anche caritativi. Si dovranno sbrigare le pratiche necessarie alla ristrutturazione secondo i criteri sopra citati. Ma come tutti, quando ci si propone un lavoro, c’è bisogno di cominciare a mettere da parte il necessario per affrontare la spesa. Quanto abbiamo non basta certamente. Non siamo ancora in grado di quantificare la spesa, ma non sarà piccola. Rivolgo quindi l’invito che ho già rivolto ai sacerdoti, a quanti possono e quando possono, un po’ alla volta, goccia dopo goccia, a donare il proprio contributo per la realizzazione di quest’opera che si spera utile per il futuro della nostra Chiesa. I tempi non sono facili. Senza rinunciare agli altri interventi caritativi, affronteremo anche questo impegno. Devo peraltro dire che qualche sacerdote ha già cominciato a rispondere all’invito e ne daremo rendicontazione, magari mensile. Ho pensato di devolvere a questo scopo le offerte che vengono consegnate quest’anno per la carità del vescovo in occasione della celebrazione delle Cresime. E sarà dato puntuale rendiconto. Le offerte personali possono essere consegnate all’ufficio amministrativo in Curia o con bonifico nel conto corrente intestato a “Casa «Madonna del Divino Amore», Via Pegorina 180/B, S. Anna di Chioggia (Ve), Codice Iban IT 42 C 03431 20902 000000087180”, specificando nella causale la propria intenzione. Ringrazio fin d’ora chi in qualunque modo darà il suo possibile contributo.
+ Adriano Tessarollo
da Nuova Scintilla n.35 – 25 settembre 2016