Dalla padella alla brace?

tessarollo don adriano
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Dalla padella alla brace?

In passato abbiamo già fiutato il vento che stava per spirare sulla nostra libertà scolastica che il pensiero di Grillo lasciava intuire, ma ora le cose si vanno chiarendo o meglio si sono ben chiarite: statale è bello e anche unico! Non importa se per ottenere lo stesso risultato invece di 500 milioni ci vogliono quasi 7 miliardi! La sua proposta infatti è che le famiglie che scelgono per i loro figli scuole che attuano il programma statale, che vengono controllate dallo Stato, che sono riconosciute dalla legge dello Stato già dal 2000, se le paghino totalmente, dopo aver pagato tutte le tasse anche per l’istruzione, come tutti i cittadini. Mi vien da pensare se questo movimento, M5S, non si stia rivelando sempre più ‘pancia’ e poco ‘cervello’. E’ vero che non sono gli unici a pensare che il servizio scolastico è ‘unica’ prerogativa dello stato laicista; lo fa già molta intellighentia di sinistra e destra erede di certo statalismo di entrambi i lati! Ma il Grillo Parlante non si è presentato come paladino di libertà e di rinnovamento? Se è questo il concetto di libertà suo e dei suo adepti, beh! Sarà meglio pensarci bene prima di buttarsi a farsi soffocare tra le sue braccia, neanche per rabbia per ciò che finora non va bene! Si dice che “il buon giorno si vede dal mattino”: è meglio che ci prepariamo l’ombrello; o forse si può anche dire, con espressione nostrana, che ‘quelli ci fan vedere le stelle’!

Ecco la proposta grillina: via la parità scolastica (niente finanziamenti), via la libertà scolastica (abolire la legge sulla parità scolastica). Tutto questo viene chiamato ‘pluralismo, libertà, innovazione, inclusività, democraticità’?  Nelle antiche scuole di pensiero greco, quando aveva parlato il maestro (autòs efa), tutto era deciso. Del resto già diversi sindaci grillini, e non solo, ci mostrano come stanno trattando le paritarie, anche dell’infanzia. Mi sembra che la scuola sia pubblica “per il servizio che offre e per chi lo offre e non per chi la gestisce”! La scuola paritaria è pubblica perché offre un servizio ai cittadini, un servizio dato da cittadini abilitati e riconosciuti dallo stesso Stato, e conforme a quanto richiesto dalla Legge. Ma dove sta il punto ideologico? Siccome nessun insegnamento è ‘neutro’, significa che il cittadino può scegliere “il colore o il clima culturale” nel quale viene impartito l’insegnamento! Qual era “il colore o il clima culturale” delle scuole statali dell’epoca fascista? E in quelle di epoca comunista o bolscevica? E in quelle  di clima laicista? E ora quale vuole essere nelle scuole dell’epoca futura grillina? Non pensiamo di chiudere le porte dopo che i buoi sono scappati! Apriamo gli occhi! E’ chiaro che quelle Scuole che ora accolgono  un milione circa di studenti, dalla scuola dell’infanzia alle superiori e alla formazione professionale, sarebbero costrette a chiudere i battenti a quei moltissimi studenti, se non a tutti, le cui famiglie non potrebbero sostenere totalmente le spese per una scuola totalmente autofinanziata, dopo che, ripeto, hanno già pagato le tasse che comprendono anche il diritto all’istruzione. Già la nostra eredità culturale è dura a recepire l’idea di libertà scolastica, figurarsi se ora viene avanti anche una cultura repressiva statalista e culturalmente monopolista. Scriveremo anche nelle scuole, come sui tabacchi e superalcolici: “Monopoli di Stato”! Ecco il gioco subdolo: chi vuole la scuola pubblica libera non statale se la deve pagare; ma siccome solo pochi possono permettersi di pagare la scuola due volte, allora tale scuola diventa selettiva e di classe, non inclusiva, quindi non va finanziata. Vi sembra che fili questo ragionamento? Giudicate voi! Nessuna scuola paritaria va imposta, ma dove viene proposta, richiesta e desiderata non va né proibita né ostacolata attraverso leggi economiche capestro che la fanno morire, come già sta avvenendo, in barba alla buona qualità e ai risparmi di denaro pubblico!

Per informazione aggiungo: “Il capitolo nel bilancio dello Stato per la scuola paritaria parla di 500 milioni, a cui si aggiungono 50 milioni destinati alla materna, 24 milioni per il sostegno. Totale: 574 milioni di spesa a fronte di 7 miliardi di risparmio. Infine la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie per l’iscrizione alla paritaria: per i redditi del 2016, si potranno detrarre il 19% delle spese fino al tetto di 564 euro (tornano 107 euro), limite che si alzerà progressivamente a 800 euro nel 2019. Se poi arriva Grillo, allora tutto finirà.

 + Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.20 – 21 maggio 2017