Commentando… (del vescovo Adriano)
Dite agli smarriti di cuore:“Coraggio…”
Dopo tanta militanza nel vecchio PCI e poi in Rifondazione Comunista, dove per vocazione si difendono i diritti del popolo e delle classi operaie, dopo illuminati studi e insegnamenti filosofici, ecco un uomo di solida fede comunista, l’ex parlamentare ed ex consigliere regionale Severino Galante, scrivere una lettera al presidente del consiglio regionale del Veneto che non vuole sentire parlare di una legge in discussione nel parlamento veneto per la riduzione dei vitalizi agli ex consiglieri. E come al solito, l’argomento è che si tratta di diritti acquisiti e legittimi, che sono tali solo perché loro stessi hanno la facoltà di proporli, approvarli e consumarli, anche se in palese contrasto e affronto con la comune condizione dei loro concittadini che li hanno votati a tutela della giustizia, dell’equità e del bene comune!
E magari si sono riempiti la bocca di difesa dei diritti del popolo, dei poveri, delle classi operaie! In un tempo in cui si fatica a tirare avanti, gli stipendi della gran parte della gente sono bassi, e molti, specie giovani, ma non solo, non ce l’hanno proprio! Ora questo signore chiede di essere difeso in un interesse tutelato dalla legge, perché questo interesse verrebbe manomesso. Ma non si rende conto costui che legale non coincide con etico (ed è un professore universitario: cosa c’è da aspettarsi per i nostri giovani studenti!). Già molti glielo hanno detto di vergognarsi, ma forse è la cultura di certa sinistra che ancora tarda a morire, dove dallo Stato più si mangia ‘legalmente’, cioè facendosi approvare o approvando loro stessi leggi a proprio uso e consumo (vedi Roma in questi giorni, ma non solo), dilapidando il bene comune e non dandosi pensiero che tutti quei vitalizi e privilegi vengono pagati da tasse imposte proprio a quegli operai, pensionati e piccoli artigiani che pagano gran parte della spesa pubblica, sempre in crescita anche per i privilegi, crescenti ed eterni, sia nel numero che nella quantità, di chi ha avuto il privilegio (talvolta anche il merito) di entrare in paga dallo Stato. E poi, quali leggi hanno prodotto? Una marea inestricabile di leggi che provocano immobilismo, privilegi, complicazioni burocratiche infinite, spesso confusione negli stessi legislatori, nei giudici e nei funzionari delle amministrazioni pubbliche, confondendo i cittadini che devono ricorrere a tecnici di ogni genere per avviare una qualsiasi semplice pratica o richiesta. Di fronte a continui incontri, anche per strada, con gente disoccupata che ti chiede come trovare qualche lavoro, di famiglie che faticano a provvedersi del necessario, al continuo annuncio di aumenti di tasse e balzelli, a piccole imprese artigianali supertassate anche se non sempre raggiungono il reddito presunto, questo signore ricco di più vitalizi parla ancora di ‘interessi tutelati dalla legge’? Come si fa a trovare sincere e non vane parole per incoraggiare, per suscitare reale speranza per questa gente in difficoltà? Quando il profeta Geremia passava per le strade di Gerusalemme e dintorni si sentiva gridare dietro: “Terrore all’intorno” (Ger 20,3.10), perché invitava al cambiamento se non si voleva vedere la distruzione della città e del popolo. Ma è finita proprio così qualche anno dopo: con la distruzione totale a causa dell’insipienza dei suoi capi e guide, che invece volevano che il profeta dicesse “bene, bene!” quando bene non andava affatto (Ger 6,14; 8,11). (+ Adriano Tessarollo)
da NUOVA SCINTILLA 47 del 14 dicembre 2014