Commentando… (del vescovo Adriano)
Migliorate la vostra condotta e le vostre azioni (Ger 7,3)
Un giorno il profeta Geremia si mise all’ingresso del tempio di Gerusalemme, gridando a tutti quelli che entravano nel tempio l’invito a cambiare ‘condotta di vita e azioni concrete’ se volevano evitare la rovina di tutti. Pochi ci badarono e una ventina d’anni dopo Gerusalemme era distrutta.
Rileggevo il messaggio di papa Francesco per la giornata della pace dello scorso 1 gennaio 2014 e lo confrontavo con le decisioni dei Parlamentari che si sono trovati tutti d’accordo nel non tagliare i loro super-stipendi, neanche quelli che superano i 240.000 euro annui. Se ne parlerà, ma ci vorrà comunque parecchio tempo, prima di toccarli.
Ma parallelamente si legge che il debito pubblico, in questi anni nei quali sono stati e vengono richiesti sacrifici alla gran parte della gente, è andato sempre crescendo, avendo raggiunto la quota di 2.166 miliardi di euro. A onor del vero, in questi giorni è apparso sulla stampa nazionale anche un elenco di proprietà notevoli di vescovi e cardinali, per dire che l’esame di coscienza dobbiamo farcelo tutti. Comunque mi limito ad alcune espressioni di papa Francesco su questi argomenti in quel messaggio:
“Guerre fatte di scontri armati cui si aggiungono guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese. Inoltre, se da un lato si riscontra una riduzione della povertà assoluta, dall’altro lato non possiamo non riconoscere una grave crescita della povertà relativa, cioè di diseguaglianze tra persone e gruppi che convivono in una determinata regione o in un determinato contesto storico-culturale. In tal senso, servono anche politiche efficaci che promuovano il principio della fraternità, assicurando alle persone – eguali nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali – di accedere ai “capitali”, ai servizi, alle risorse educative, sanitarie, tecnologiche affinché ciascuno abbia l’opportunità di esprimere e di realizzare il suo progetto di vita, e possa svilupparsi in pienezza come persona. Si ravvisa anche la necessità di politiche che servano ad attenuare una eccessiva sperequazione del reddito. Non dobbiamo dimenticare l’insegnamento della Chiesa sulla cosiddetta ipoteca sociale, in base alla quale se è lecito, come dice san Tommaso d’Aquino, anzi necessario «che l’uomo abbia la proprietà dei beni», quanto all’uso, li «possiede non solo come propri, ma anche come comuni, nel senso che possono giovare non unicamente a lui ma anche agli altri». Il succedersi delle crisi economiche deve portare agli opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita. La crisi odierna, pur con il suo grave retaggio per la vita delle persone, può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza. Esse ci possono aiutare a superare i momenti difficili e a riscoprire i vincoli fraterni che ci legano gli uni agli altri, nella fiducia profonda che l’uomo ha bisogno ed è capace di qualcosa in più rispetto alla massimizzazione del proprio interesse individuale. Soprattutto tali virtù sono necessarie per costruire e mantenere una società a misura della dignità umana. La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata”.
Il profeta Geremia ammoniva chi curava la ferita e lo ingannava dicendo: “Bene! Bene! Ma bene non va” (Ger 6,8; cfr anche Ez 13.10). E noi? (+ Adriano Tessarollo)
da NUOVA SCINTILLA 29 del 20 luglio 2014