Commentando…
Nel bel mezzo dell’estate
Domenica scorsa la seconda lettura proclamata nella S. Messa faceva una proposta interessante a noi cristiani. San Paolo stava organizzando una grande colletta per i fratelli poveri delle Chiese di Gerusalemme che si trovavano a vivere un momento particolarmente difficile. Riprendo solo il criterio proposto da san Paolo: “Il Signore nostro Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. Poi in seguito applica questo criteri ai cristiani: “Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: Colui che raccolse molto non abbondò, e colui che raccolse poco non ebbe di meno”. È un criterio che fatica ad entrare nella prassi della vita cristiana. Anzi dovrebbe entrare non solo come criterio di qualche elargizione liberale saltuaria, ma come criterio strutturale nelle democrazie laiche e tanto più in chi dice di ispirarsi ai principi del
vangelo. Perché ci devono continuamente essere gruppi politici e sociali e talvolta anche religiosi perennemente disposti a mettere in campo la loro forza per tutelare ad oltranza i loro benefici acquisiti senza essere mai disposti a rinunciare alla loro abbondanza per supplire all’indigenza di altri? Anzi si è disposti a usare tutte le astuzie e le corruttele per conservare e magari accrescere i propri interessi a danno di altri! In Italia purtroppo abbiamo tanta strada da fare in questo campo. Mi colpiva la notizia, letta in questi giorni, che i partiti avevano rinunciato all’acconto di luglio del finanziamento dei partiti in favore dei terremotati. Però si tratta solo di proposta del Parlamento, che deve passare al Senato, di cui però il Senato non si sta occupando; se poi in Senato si propone qualsiasi piccolo emendamento deve tornare alla Camera. In mancanza di conclusione dell’iter al 31 luglio i soldi andranno accreditati ai partiti, che proprio non ne hanno bisogno, visti gli avanzi attivi di tutti! Non abbiamo bisogno di chiacchiere ciarliere, ma di fatti reali ed esemplari che tardano a venire. Va bene che discutiate e litighiate su chi sarà il prossimo Premier, ma intanto non lasciate affondare la barca e non opponetevi alle riforme necessarie che toccano anche i troppi enti e posti di lavoro creati ad arte. Non abbiamo bisogno neanche di scioperi generali a tutela dei soliti privilegiati dal posto sicuro, anche se in esubero. Non avrei fretta di andare a votare, ma di vedere le riforme serie che partiti e Parlamento sono disposti a lasciare passare. (Adriano Tessarollo vescovo)
dal NUOVA SCINTILLA 27 dell’8 luglio 2012