Commentando…
Prepararsi adeguatamente al matrimonio cristiano
Quale consapevolezza c’è oggi, in chi chiede il sacramento del matrimonio, che esso è risposta alla chiamata del Signore? Siamo abituati a chiamare ‘vocazioni’ quelle alla vita presbiterale e alla consacrazione nella vita religiosa o secolare, per le quali la Chiesa chiede una preparazione specifica e una seria e prolungata valutazione delle persone che ne fanno richiesta. E per chi chiede il matrimonio cristiano quale preparazione offriamo e richiediamo? Eppure si tratta di scelta sacramentale che vincola e impegna la persona per tutta la vita della coppia. E mentre dagli impegni della vita presbiterale e
dalla consacrazione religiosa la Chiesa può dare dispensa qualora se ne presentino le condizioni, dal legame matrimoniale la Chiesa ritiene di non poter concedere lo scioglimento, finché entrambi i coniugi sono in vita, salvo in casi in cui il matrimonio non sia stato celebrato validamente per mancanza dei requisiti richiesti. Nel novembre scorso (1/11/2012) la Commissione Episcopale per la famiglia e la vita, della Conferenza Episcopale Italiana, ha pubblicato una Nota da titolo: “Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia”. Nell’introduzione leggiamo che: “Questo documento si rivolge ai presbiteri e agli sposi, alle persone consacrate, ai laici impegnati nell’azione pastorale e a tutti coloro che, nella comunità cristiana, hanno a cuore che si compia un buon cammino verso le nozze”. Forse può colpire il fatto che questa Nota non sia rivolta ai fidanzati ma a persone che si auspica possano svolgere una missione educativa in favore di quanti il Signore chiama alla vocazione alla vita matrimoniale. Si tratta cioè di prendere coscienza che alla vita matrimoniale ci si prepara non con un corso immediatamente prima della celebrazione del matrimonio cristiano affidato a degli addetti ai lavori, ma che è tutta la comunità cristiana che diventa luogo e tempo di educazione e accompagnamento perché gli sposi possano rispondere alla loro vocazione di sposi e genitori cristiani. “È importante che nella comunità parrocchiale, nelle zone pastorali, o per lo meno a livello diocesano, si individuino coppie di sposi, persone consacrate e laici che, insieme ai presbiteri, si formino per essere, accanto ai giovani, autentici compagni di viaggio, nelle varie tappe dell’amore”. “Il matrimonio non è una questione privata, ma coinvolge tutta la comunità ecclesiale”. Già la ‘Familiaris consortio’ di Giovanni Paolo II ricordava che “la preparazione al matrimonio va vista e attuata come un processo graduale e continuo. Essa, infatti comporta tre principali momenti: una preparazione remota, una prossima e una immediata”. Questo richiede una sinergia tra chi si occupa di pastorale catechistica, vocazionale, giovanile e familiare. Non basta più pensare solo alla preparazione immediata, e talvolta scarsamente anche a quella. Oggi celebriamo la 35ª Giornata Nazionale per la vita. Il tema scelto è “Generare la vita vince la crisi”. Riprendo una frase del Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza episcopale Italiana: “Il momento che stiamo vivendo pone domande serie sullo stile di vita e sulla gerarchia di valori che emerge nella cultura diffusa. Abbiamo bisogno di riconfermare il valore fondamentale della vita, di riscoprire e tutelare le primarie relazioni tra le persone, in particolare quelle familiari, che hanno nella dinamica del dono il loro carattere peculiare e insostituibile per la crescita della persona e lo sviluppo della società”. (+ vescovo Adriano)
da NUOVA SCINTILLA 5 del 3 febbraio 2013